17 Mar Batteriosi della rucola: perchè è importante prevenire
il Marciume Nero delle Brassicacee è causato dal batterio Xanthomonas campestris pv. campestris ed è molto dannoso su tutte le brassicacee, in vivaio, in pieno campo e in serra. Questa malattia è frequente su Cavolfiore, Cavolo Broccolo, Verza, Cavolo rapa, Green Kale e Black kale, e su tutte le baby Leaf di brassicacee, Mizuna, Tatsoi, Crescione, ed in modo particolare sulla Rucola selvatica (Diplotaxis tenuifolia). La malattia è spesso presente anche su brassicacee spontanee.
Sintomi
Il Marciume Nero ha una sintomatologia caratteristica, tuttavia sulle Baby Leaf , e su Rucola in particolare, i produttori hanno talvolta difficoltà ad identificare rapidamente i sintomi, questo perché su foglie di piccole dimensioni vi è la possibilità di confondere il danno della batteriosi con quello delle lacerazioni e abrasioni che talvolta sono prodotte a seguito della raccolta. Per analizzare con chiarezza la sintomatologia consiglio di osservare i danni su piante di maggiori dimensioni, come il Cavolfiore, dopo sarà più semplice andare a riconoscere il sintomo anche sulla Rucola e su le altre Baby Leaf. Ecco come si presenta una foglia affetta da batteriosi:
- il sintomo più evidente è costituito da una area ingiallita forma di “V” che parte dal margine della foglia ed è delimitata dalle nervature.
- all’interno di questa area ingiallita si osserva l’annerimento delle nervature
- in alcuni casi questo annerimento delle nervature può raggiungere il picciolo della foglia
- nella Rucola talvolta si riscontrano aree che appaiono argentate anziché ingiallite
- le aree colpite con il tempo tendono a disseccare, in questo caso i sintomi caratteristici sono meglio riconoscibili ai margini della zona clorotica
- in caso di trasmissione da seme si possono osservare delle maculature fogliari, generalmente sui cotiledoni e sulle prime foglie vere
Come si diffonde la malattia
Questa batteriosi è trasmissibile per seme, in questi casi si possono osservare attacchi precoci, addirittura sui cotiledoni. Un importante mezzo di trasmissione sono gli schizzi d’acqua, in occasione di pioggia o di irrigazione per aspersione, che permettono alla Xanthomonas di raggiungere il margine della foglia, dove sono presenti gli Idatodi, delle aperture che si trovano in corrispondenza delle nervature. Questa è una via di accesso preferenziale, specialmente nei periodi in cui c’è molta guttazione. Il batterio è in grado di penetrare, in modo passivo, da qualsiasi ferita, in particolare lesioni dovute alla grandine, rosure di insetti e microlesioni sulle radici.
Il Caso della Rucola e delle Brassicacee Baby Leaf
La Rucola è molto sensibile a questa malattia per il fatto che si eseguono più tagli sulla stessa semina. Ad ogni raccolto si vanno quindi a procurare delle ferite che possono costituire una via di ingresso per i batteri. Le lame sono fra i maggiori strumenti di diffusione, ecco perché nelle aziende che coltivano Baby Leaf è prassi sanificare le macchine raccoglitrici con regolarità. Nella coltivazione della rucola, specie quando nel periodo invernale si hanno periodi molto umidi e con temperature miti, si osserva spesso il sintomo associato alle ferite del taglio, ad indicare come questo sia stato il punto di ingresso. Nella maggior parte dei casi il danno è di natura estetica, ma tanto è sufficiente per rendere il prodotto non commercializzabile.
Non esiste una cura
Per il marciume nero non esiste cura ed è possibile solo prevenire. La strada da percorrere è quella di contenere i danni attuando una serie di buone pratiche agricole:
- Utilizzare seme sano
- Gestire bene le irrigazioni, cercando di mantenere la foglia asciutta il più possibile, per esempio irrigando al mattino
- In caso di colture trapiantate preferire l’irrigazione a goccia
- In caso di coltura protetta garantire l’arieggiamento delle serre per allontanare l’eccesso di umidità
- Per la Rucola e altre brassicacee Baby Leaf è di fondamentale importanza sanificare le lame delle macchine raccoglitrici
- Sempre per la Rucola è buona norma far trascorrere almeno 48 ore fra lo sfalcio e la successiva irrigazione, almeno nel periodo invernale. Questo consente alle ferite di rimarginarsi.
- Gestire bene le lavorazioni del terreno, evitare di interrare residui vegetali ancora verdi su cui si possa conservare il batterio
- Fra le buone pratiche agricole vi è quella della rotazione, l’EPPO raccomanda 3 anni in assenza di brassicacee per abbattere la presenza di inoculo nel terreno. In questo caso è utile il sovescio, ma ovviamente non di brassicacee ma bensì di specie appratenti ad al tre famiglie botaniche, come ad esempio il Sorgo
- La giusta fittezza di semina è fondamentale, semine troppo fitte costituiscono di maggiore diffusione della malattia.
Non esiste una cura, ma è possibile mettere in campo delle buone pratiche per limitare i danni. Come sempre le lavorazioni del terreno sono fondamentali, e anche il monitoraggio della coltura e del clima ci aiutano a capire se la coltura mostrerà elevata guttazione, e quindi sarà più vulnerabile.